lunedì 15 marzo 2010

Silvio Berlusconi in ‘protection deal with mafia’


Il primo ministro italiano, il miliardario Silvio Berlusconi, incontrò un padrino mafioso per chiedergli protezione. Questo è quanto emerge dalle testimonianze raccolte negli anni dai vari pubblici ministeri.

Informatori della mafia affermano che l'incontro avvenne a Milano nel 1974, quando Berlusconi era già un ricco industriale, negli uffici delle aziende di sua proprietà. Gli informatori hanno riferito che Berlusconi incontro' Stefano Bontade, allora uno dei maggiori boss mafiosi, perché temeva per l'incolumità della sua famiglia nei tempi in cui in Italia era afflitta dal fenomeno dei rapimenti di persone di alto profilo.

Francesco Di Carlo, uno degli scagnozzi di Bontade che ora si trova in carcere, raccontò ai procuratori che era presente a quell'incontro. Afferma che Berlusconi chiese aiuto per far sì che ne' lui ne' i suoi figli potessero essere rapiti da altri clan mafiosi.

Stando alla testimonianza dello scagnozzo, Bontade diede la sua parola che si sarebbe personalmente assicurato di garantire la sicurezza a Berlusconi. In cambio, Berlusconi disse al padrino che era "a sua disposizione, per qualsiasi cosa."

Ora senatore, Dell’Utri fu condannato nel 2004 a nove anni di reclusione per favoreggiamento alla mafia. Negò le accuse e ricorse in appello - è ancora un uomo libero, secondo il sistema giudiziario italiano. Dell'Utri e Berlusconi negarono di aver incontrato Bontade. Ma i magistrati credono alla testimonianza di Di Carlo, il quale fu appoggiato da un altro boss mafioso, anch'esso un pentito.

"Secondo il nostro punto di vista, Dell'Utri ha rapporti molto stretti con la mafia. Si comporta da ambasciatore per la mafia, facendo i suoi interessi insieme a quelli dell'industriale piu' ricco d'Italia.", ha affermato Domenico Gozzo, uomo chiave nel processo contro Dell'Utri.

"Invece di andare dalla polizia, Berlusconi si rivolse a Dell'Utri quando inizio' a preoccuparsi per la sua sicurezza. Chiese al suo amico di trovare una soluzione. Dell'Utri fece proprio questo durante l'incontro con un capo mafioso, Stefano Bontade, al quale partecipò anche Berlusconi. Bontade promise di mandare una parsona per proteggere berlusconi e la sua famiglia. Perché? Perché Berlusconi suscitò l'interesse di Cosa Nostra, prima come imprenditore, poi come politico."

Subito dopo il presunto incontro con Bontade, che fu ucciso in una faida tra clan mafiosi nel 1981, Berlusconi assunse Vittorio Mangano, un mafioso.

Il lavoro ufficiale di Mangano era quello di gestire la lussuosa villa del magnate ad Arcore, fuori Milano. Visse nella villa a 145 stanze per due anni, accompagnando persino i figli di Berlusconi a scuola.

I procuratori sospettano che Mangano fu l'uomo che Bontade aveva promesso a Berlusconi per proteggere lui e la sua famiglia, così da mandare un segnale agli clan mafiosi che Berlusconi era sotto la diretta protezione della mafia. Berlusconi e Dell'Utri affermano che non erano a conoscenza che Mangano fosse un criminale. Ad ogni modo, Mangano fu arrestato due volte mentre lavorava per Berlusconi.

"Mangano era gia' un criminale con diversi precedenti quando Berlusconi lo assunse", ha affermato Gozzo.

Nel 2000 Mangano, che stava scontando una sentenza di due anni per narcotraffico, fu trovato colpevole di duplice omicidio. Morì prima di andare in appello. Berlusconi e Dell'Utri lo hanno sempre dipinto come un eroe perché si è rifiutato di fare falsa testimonianza contro di loro.

"Mangano si è sempre comportato bene con noi", ha affermato Berlusconi nel 2008.

"Ha avuto alcuni problemi con la legge, ma io non sono a conoscenza che sia mai stato giudicati colpevole", ha aggiunto, riferendosi al fatto che il ricorso Mangano non è mai stato ascoltato.

Il primo ministro non è mai stato accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Gozzo e altri magistrati hanno cercato di interrogarlo su Dell'Utri, sui suoi presunti legami mafiosi e su alcuni fondi investiti nelle sue imprese, ma Berlusconi ha scelto di rimanere in silenzio, citando il suo diritto di farlo secondo la legge italiana, il che è stato anche affermato da altri pentiti mafiosi che hanno confermato che la mafia ha sostenuto Forza Italia. L'ultima accusa risale allo scorso Dicembre ed è di Giuseppe Spatuzza, un sicario della mafia, ora in prigione, che uccise 40 persone ed eliminò i suoi rivali sciogliendoli nell'acido. Ha raccontato agli inquirenti che Berlusconi e Dell'Utri hanno avuto contatti con i fratelli Graviano, due boss mafiosi.

Berlusconi, 73 anni, ha rabbiosamente respinto tutti i sospetti di associazione con la mafia e afferma di essere vittima di una cospirazione orchestrata dalle toghe rosse. Ha recentemente detto che nessun presidente italiano ha fatto più di lui per combattere la mafia

"Dal momento in cui Dell'Utri ha fatto entrare in scena Mangano, ha messo Berlusconi nelle mani della mafia", ha detto Marco Travaglio, uno dei giornalisti di punta sui processi contro Berlusconi.

“Cosa Nostra non è come un taxi che puoi salirci, pagare il viaggio, scendere e salutare. Una volta che sei su non puoi più scendere. Berlusconi è terrorizzato che il suo passato possa ritornare a galla."

Mark Franchetti condurrà un servizio sul primo ministro italiano in "The Berlusconi Show", martedì sul canale BBC2


Mark Franchetti
Pubblicato sul Times in data 14 Marzo 2010

Articolo in inglese su www.timesonline.co.uk

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